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Codice dei Contratti, Digitalizzazione e Semplificazione nella PA

Pubblicato il 22/06/2024
Codice dei Contratti, Digitalizzazione e Semplificazione nella PA

Nella giornata del 28 maggio 2024 è stato organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma insieme al Ministero della Pubblica Amministrazione il convegno: "Codice contratti, digitalizzazione e semplificazione nella PA", costruito per un dialogo tra professionisti al fine di conoscere alcuni aspetti operativi del Codice dei Contratti Pubblici ma soprattutto le attività che ha portato e sta portando avanti il Ministero, e inoltre far emergere dubbi, difficoltà e criticità dei professionisti, con tutti i suggerimenti del caso per apportare modifiche migliorative  

I temi emersi nel corso dell'incontro sono stati la piena interoperabilità tra piattaforme e banche dati affinché la digitalizzazione rappresenti uno strumento sempre più efficace a garantire efficienza e trasparenza dei processi; chiarezza e certezza sulle procedure per rendere la semplificazione, anche dal punto di vista documentale, un volano di crescita e sviluppo, snellendo tempistiche e passaggi burocratici; puntare alla qualità della progettazione, attraverso un crescente utilizzo di uno strumento come il concorso di progettazione; rafforzare il ruolo dei professionisti, che con le loro competenze e il confronto quotidiano con l’applicazione delle regole ai casi concreti, possono fornire spunti, proposte e soluzioni per migliorare l’intero sistema degli appalti. Tutte problematiche che, ancora oggi a un anno dall'entrata in vigore, ci si aspetta di poter correggere il tiro, facendo in modo che i principi generali del nuovo codice passino dall'ambito astratto dei principi all'ambito concreto delle regole applicative. 

Il Nuovo codice elenca dall’articolo 1 all’articolo 12 i principi applicabili alle procedure di appalto, considerando i principi del risultato e della fiducia quali criteri interpretativi e applicativi delle disposizioni codicistiche. 

Il risultato si inquadra nel contesto della legalità e della concorrenza: ma con il nuovo impianto codicistico si vuole ribadire che legalità e concorrenza da sole non bastano, perché l’obiettivo rimane la realizzazione delle opere pubbliche e la soddisfazione dell’interesse della collettività. 

Il principio della fiducia, strettamente collegato al risultato, richiama la “reciproca fiducia nell’azione legittima, trasparente e corretta dell’amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici”. Ma la capacità di questi principi di farsi regole concrete bisogna valutarla in concreto, vedendo se si possono rendere pratici. Che l'Amministrazione deve badare al risultato per valutare le proposte dei concorrenti, dopo alcune decisioni del Tar Lazio sentenza n. 5834 del 25 marzo 2024, sentenza n.18735 del 11 dicembre 2023 ed altre, è confermato dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 2866 del 26 marzo 2024.

A tal fine necessaria è stata la collaborazione tra Ordini e cariche illustri che, partendo dall'analisi dei principi del Codice, ha portato ad esplorare le realtà territoriali, attraverso le dirette rappresentanze istituzionali, aprendo diversi punti di vista nell'applicazione del codice stesso.

Relativamente alla disciplina in tema di digitalizzazione dei contratti pubblici, contenuta negli artt. da 19 a 36 del Dlgs 36/2023, che da Gennaio 2024 ha acquistato piena efficacia, si sono manifestate diverse preoccupazioni in relazione alla complessità degli adempimenti e le difficoltà di interoperabilità tra le diverse piattaforme, che si stanno cercando di affrontare con l'obiettivo della tanta promessa ma mai arrivata semplificazione.

Del resto, il fine dovrebbe essere quello dell'efficientamento delle procedure, che hanno invece subito forti ritardi proprio per problemi operativi, tra cui la parziale operatività delle piattaforme digitali certificate, anche se nella relazione al testo normativo della digitalizzazione veniva specificato: "L'utilizzo della tecnologia assume sempre un ruolo servente, con il fine di accrescere l'efficacia e l'efficienza dei processi decisionali....ma non può mai implicare un arretramento delle garanzie o dei diritti degli operatori economici né dei doveri gravanti sulle pubbliche amministrazioni".

La digitalizzazione si concretizza nell'utilizzo di moduli informatici, il cui distorto utilizzo rappresenta un grande problema, oltre a non essere integrati con le piattaforme di riferimento. Inoltre è emerso che ad oggi non c'è una infrastrutturazione totale del nostro territorio, con la conseguenza che alcuni territori proprio per questo deficit possono essere tenuti fuori dalla competizione, quindi la necessità di essere esclusivamente digitali non sempre è sinonimo di garanzia nei confronti di tutti gli operatori, inoltre parlare di digitalizzazione non significa aumentare il livello di complessità della gestione dei processi, andrebbe fatta un'analisi del processo e fare in modo che anche nell'applicazione la norma del codice funzioni, con una formazione complementare sia degli addetti ai lavori delle amministrazioni sia dei professionisti.

Una delle difficoltà maggiori è quella di operare su piattaforme diverse, digitalizzare significa semplificare e ad oggi non è così, si chiedono regole chiare e tempi certi per far adeguare le amministrazioni ai nuovi sistemi che prevedono l'utilizzo delle piattaforme elettroniche e garantire così un miglior passaggio verso l'amministrazione digitale, ma anche e soprattutto si chiede un portale unico al fine di collaborare per un'unica missione incentrata sulla qualità con regole certe che permettano di far lavorare il professionista con tranquillità, investendo sul progetto senza dover ancora imparare procedure che non afferiscono alla professione ma solo al ruolo dei burocrati.

Un punto su cui si insiste e di cui si chiede fortemente una modifica alle nuove norme codicistiche è il Ruolo di Pubblica Utilità del professionista, in quanto le disposizioni del nuovo Codice dei contratti pubblici riducono fortemente i ruoli degli architetti e ingegneri liberi professionisti, sia in fase di progettazione che nella direzione dei lavori, ad oggi sono considerati l'anello che non conta, ma, al contrario, senza i professionisti non c'è l'oggetto del contendere perché se non c'è il progetto non c'è la realizzazione, ergo sono propedeutici a tutto ma contano meno di tutti. Gli attori sono i professionisti e visto che devono asseverare devono avere la libertà di muoversi per poter garantire alla collettività la qualità.

E' necessario apportare modifiche alle norme vigenti, non per la mera difesa degli interessi, seppur legittimi, dei liberi professionisti, ma nell'interesse generale, per l’importanza di realizzare sempre opere di qualità, che non è un concetto astratto, il concetto di qualità è reale, l'opera quando è finita è concreta. La centralità non può e non deve essere l'elemento della procedura, bensì dell'obiettivo.

Inoltre, il professionista dell'ente pubblico, sia architetto sia ingegnere, non deve avere alcuna limitazione alla permanenza di iscrizione presso l'ordine di appartenenza, in quanto gli Ordini professionali, per principio deontologico, hanno per il cittadino una funzione importantissima che è quella dell'interesse pubblico.

Proprio per questa funzione pubblica, sono gli Ordini stessi che possono garantire le specificità degli iscritti, attraverso un unico albo nazionale che contenga anche i dati professionali, senza necessità di registrarsi su diverse piattaforme, con un aggiornamento periodico in maniera tale che tutte le amministrazioni possono direttamente andare a individuare all'interno di quell'albo il professionista di cui hanno bisogno.

I professionisti avevano lavorato, fortemente, a richieste di modifiche del Codice dei Contratti Pubblici in corsa rispetto a quello che è stato poi il testo definitivo, non avvenute ma che si possono e si devono apportare, anche e soprattutto forti della direttrice tracciata da una Regione come la Sicilia  che le ha ottenute; modifiche recepite e non impugnate dal Governo, per esempio, i prezzi regionali, gli albi regionali, la dimostrazione del possesso dei requisiti economici-finanziari con una semplice copertura assicurativa pari al 10% dell'importo delle opere rispetto alla dimostrazione del fatturato dei tre anni, quindi la possibilità  della partecipazione ai concorsi anche a giovani architetti senza essere in possesso di un curriculum che non possono avere, ma semplicemente valutati sulla loro qualità, perché ciò che conta è la qualità dell'architettura.

Molta attenzione è stata dedicata al tema della procedura di gara attraverso il concorso di progettazione, poco considerato dal nuovo codice, ma che dovrebbe essere preso da modello in quanto è lo strumento democratico più trasparente che premia il progetto e non il progettista, quindi la qualità dell'architettura, che rispecchia appieno il principio di risultato, perché quando si parla di risultato non è l'aggiudicazione bensì la realizzazione dell'opera, ciò che occorre alla pubblica amministrazione, ai cittadini è il risultato così inteso, accompagnato sempre dall'affidabilità e fiducia tra le parti, cioè tra chi gestisce l'appalto e chi risponde secondo il principio di leale collaborazione.

Con riferimento al processo di certificazione delle piattaforme dedicate ai concorsi di progettazione si riscontrano molteplici criticità a causa del processo che non si base sulle origini e le intenzioni che un concorso di progettazione si promuove di fare, ma tende ad assimilarli sempre di più a gare di affidamento e appalti. Il nuovo codice riserva un carattere eccezionale e limitato, quando invece il concorso di progettazione dovrebbe essere, nel merito e nel metodo, sempre più ordinario, diffuso e facilmente applicabile.

La richiesta di certificazione è inserita in un processo di digitalizzazione e interoperabilità ancora più specifica, quindi le piattaforme che permettono di ospitare concorsi di progettazione devono seguire una specifica procedura di gara, quando invece dovrebbe essere più ordinaria con una obbligatorietà procedurale che pone al centro il progetto di architettura come risultato di qualità, garantendo la qualità del progetto e rendendo il progetto realizzabile. Ciò è possibile attraverso una procedura concorsuale che contenga tutte le regole per tutte le fasi, con procedure che semplifichino l'iter e amplino il loro utilizzo improntato sempre al principio del risultato.

Pertanto, per maggiore chiarezza e per riassumere ciò che è emerso dalla tavola rotonda che ha riunito presidenti, consiglieri e coordinatori di Federazioni e Ordini provinciali degli Architetti e Ingegneri, con condivisione unanime delle riflessioni sulle criticità, di seguito si elencano le proposte di modifica al nuovo codice dei contratti pubblici:

- unico portale telematico di riferimento con anagrafica aggiornata e storico registrato;

- rafforzare il ruolo dei professionisti, come garanti della pubblica utilità, approntato ai principi di fiducia e di risultato;

- riduzione della complessità delle procedure con accelerazione dei tempi di progettazione e semplificazione dei documenti richiesti, puntando alla qualità della progettazione;

- concetto di qualità dell'opera architettonica come congiunzione con il "principio di risultato" del codice dei contratti;

- ampliamento dell'uso dei concorsi di progettazione, ponendo al centro il progetto di architettura quale risultato di qualità;

- attuazione di un'unica piattaforma universale per semplificare e ridurre i tempi burocratici per i concorsi.

 

Arch. Gianfilippo LO MASTO


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